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- Gli stili del nord e del sud nelle arti marziali cinesi -

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Le arti marziali cinesi, divenute famose al mondo col termine di kung fu (vi rimandiamo a questo articolo per un maggiore approfondimento), presentano davvero molte caratteristiche uniche da trattare, questo è dovuto alla complessità culturale e storica di un Paese che a livello geografico si presenta fra i più vasti del pianeta.  Inserire queste pratiche sotto un'unica categoria non è solo un compito arduo, ma è stato nel corso dei secoli un dibattito molto acceso anche fra i marzialisti stessi. Come ci ricorda un noto detto cinesi "gli stili di kung fu sono più numerosi delle stelle in cielo", ed è proprio a causa della grandissima varietà di stili che si è dovuti andare incontro a ben due tipi di  suddivisione: una geografica e una tipologica (la differenza fra "stili interni ed esterni" è trattata in questo articolo) .
 

La suddivisione geografica in “stili del nord e del sud” (nan bei quan 南北拳) prende spunto da una presunta differenza tecnica tra le scuole settentrionali (a nord del fiume Yangtze, conosciuto generalmente come fiume Azzurro), caratterizzate da movimenti ampi e fluidi, posizioni basse e larghe, frequente uso dei calci e dei salti, rispetto a quelle meridionali (a sud del fiume Yangtze), caratterizzate invece da tecniche corte e potenti, posizioni alte e strette, uso ridotto dei calci e dei salti, intenso utilizzo delle braccia.

Il termine chang quan (letteralmente "pugno lungo" 长拳) indica l’insieme delle arti marziali nate e praticate nel Nord della Cina. Come abbiamo già detto questi stili sono caratterizzati da movimenti lunghi e ampi, e si suppone sia dovuto al fatto che la statura degli abitanti di queste regioni fosse maggiore e che dunque prevalesse una ricerca al movimento in grandi spazi. Le origini dettagliate di questa suddivisione sono incerte ma gli storici convengono quasi con certezza che venne introdotta in tarda epoca Ming (1368-1644). Gli stili chang quan sono numerosi e variano a seconda della tradizione locale, i più conosciuti sono: Bei Tanglang quan (Mantide Religiosa del Nord), Luohan  quan (Pugilato dei Discepoli di Buddha), Baji quan (Pugilato delle Otto Direzioni), Yingzhao quan (Pugilato dell’Artiglio dell’Aquila) e Shaolin quan (Pugilato del tempio Shaolin) e molti altri. 

Il termine nan quan (letteralmente "pugno del sud" 南拳) indica, al contrario del chang quan, tutte quelle arti marziali nate e praticate nelle aree a Sud della Cina. Sembra che le caratteristiche tecniche proprie del combattimento siano l'evoluzione dei frequenti scontri corpo a corpo che avvenivano in spazi ristretti, alcune fonti (e come si può vedere anche da molti film del cinema orientale) citano curiosamente le numerose risse portuali avvenute sia per incomprensioni ma anche per le ovvie battaglie in mare, le navi infatti sono state per secoli il principale mezzo di trasporto e di commercio di tutta la Cina del sud. Secondo altre fonti la ricerca della stabilità e del movimento a corto raggio tipica di questi stili, sarebbe dovuta anche all'adattamento del corpo a luoghi come risaie, zone dal tennero fangoso, impervio e appunto imbarcazioni (era infatti consuetudine vivere e lavorare in barca, sia tra i numerosi corsi fluviali che in zone portuali). Il motivo è comunque chiaro: i praticanti di arti marziali svilupparono tecniche e pratiche adattandosi alle ridotte disponibilità di spazio. Inoltre vale la pena citare tutte quelle società segrete nate proprio dall'unione dello stile di vita, dei principi politici e morali e delle arti marziai nate per opporsi alla comunità anti-mancese: una caratteristica unica che definisce in seguito ancor di più il "pugno del sud". Gli stili nan quan sono: l’Hongjia quan o Hung Gar in lingua cantonese (Pugilato della Famiglia Hong), lo Yongchun quanWingchun (Pugilato dell’eterna primavera), il Wuzu quan (Pugilato dei Cinque Antenati), il Gou quan (Pugilato del cane), il Choy lee fut e molti altri.

Articolo di Maglia Mirko

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